Olimpia Fortuni
Fine (2024)
concept e danza Olimpia Fortuni
sound Katatonic Silentio
con il contributo umano e artistico di Milena Costanzo e Raffaella Giordano
apporto drammaturgico Cinzia Sità
assistente di scena Elisa Spina
direzione tecnica Silvia Laureti
produzione Ass. Sosta Palmizi
coproduzione Teatro delle Moire/Danae Festival, Fabbrica Europa
con il sostegno residenziale di IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia, Olinda/TeatroLaCucina, Danza Urbana – Rete h(abita)t/Sementerie Artistiche
Ringraziamenti a Corinna Ciulli per le pratiche sciamaniche e a Pieradolfo Ciulli per l’assistenza video durante il processo creativo.
Fine è un’indagine sulla relazione con la madre biologica, spirituale, artistica e simbolica. Nella religione andina, pachamama, che in lingua quechua significa Madre Cosmica, Madre Celestiale, Madre Natura, è una forma di riconoscenza che l’uomo fa alla natura, è l’unione fra uomo e natura. Con Fine si sospende lo sguardo su un incontro, sia quello con l’umano che con il mondo della natura. In questa zona di mezzo emergono memorie senza un ordine temporale, un viaggio metafisico che lascia entrare e rende possibile e visibile ciò che già era, ciò che già esisteva. Un salto quantico che abita ovunque e da nessuna parte. Un rito finale per ringraziare ciò che è stato e che nella sua conclusione si prepara a nascere in altra forma. Fine diventa così un rito della pachamama, una forma di riconoscimento e riconoscenza che l’autrice rivolge anche alle sue madri artistiche, Milena Costanzo e Raffaella Giordano, donne che con le loro parole, i loro corpi pieni di conoscenza, di esperienze e di memorie le hanno fatto da guida nel suo cammino artistico. Oggi, i loro corpi sono come Templi Sacri di un teatro che ha lasciato un segno e che le rende testimoni essenziali del capitolo finale della trilogia di Olimpia Fortuni dove la coreografia diventa l’anello di congiunzione tra passato e futuro, tra madre e figlia, tra ricordi e visioni, dove il corpo è custode di strumenti di conoscenza dell’altro e dell’oltre.
Note di regia
Fine è l’ultimo capitolo di una trilogia sviluppatasi con la realizzazione di altri due precedenti lavori: SoggettosenzaTitolo (2016), DO ANIMALS GO TO HEAVEN? (2018) e Fine (2024).
Fine è la traccia di una linea invisibile su cui, ad un certo punto del viaggio, si è posato lo sguardo per questa creazione risvegliando la domanda di me bambina: “come si fa a creare uno spettacolo bello quanto la Natura?” E proprio i miei errare nei luoghi dove la natura è maestosa e mostruosa, tra Namibia, Ecuador, Islanda e anche l’incontro con diverse pratiche sciamaniche, hanno allenato il mio sguardo in cerca di quel segreto. Un tema caro, che ripercorre la mia traiettoria artistica, perseverando in questa ricerca sull’osservazione della relazione tra l’uomo e la Natura, una natura Madre che comprende ogni cosa, un’entità che abbraccia tutti gli esseri viventi e li rende parte di un unico immenso ingranaggio cosmico, di un piano universale che comprende tutto ciò che è stato creato.
Gallery
Trailer
concept e danza Olimpia Fortuni
sound Katatonic Silentio
con il contributo umano e artistico di Milena Costanzo e Raffaella Giordano
apporto drammaturgico Cinzia Sità
assistente di scena Elisa Spina
direzione tecnica Silvia Laureti
produzione Ass. Sosta Palmizi
coproduzione Teatro delle Moire/Danae Festival, Fabbrica Europa
con il sostegno residenziale di IntercettAzioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia, Olinda/TeatroLaCucina, Danza Urbana – Rete h(abita)t/Sementerie Artistiche
Ringraziamenti a Corinna Ciulli per le pratiche sciamaniche e a Pieradolfo Ciulli per l’assistenza video durante il processo creativo.
Press
> FINE – Stefano Tomassini, Teatro&Critica/ Cordelia – 28.10.2024
> Cristiani, Fortuni, Bersani, Piton: la poetica dei corpi in chiusura di Danae 24 – Vincenzo Sardelli, Mario Bianchi, Krapp’s Last Post – 7.11.2024
Date
- 24 Ottobre 2024 - 20:00 /21:00 @ Danae Festival, Teatro Out Off, Milano (MI)
- 3 Ottobre 2024 - 21:00 /22:00 @ Fabbrica Europa Festival, PARC Performing Arts Research Centre, Firenze