Babù Teatrodanza

Nella stanza di Max (2015)

spettacolo di teatro del movimento per bambini e bambine a partire dai 5 anni
liberamente ispirato all’opera di Maurice Sendak alla luce della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

autori Elisabetta di Terlizzi, Francesco Manenti, Daina Pignatti e Laura Tondelli
interpreti Elisabetta di Terlizzi, Francesco Manenti, Daina Pignatti, Emanuel Rosenberg
costumi Laura Pennisi e Oro-Nero Creazioni Modena
oggetti di scena Francesco Manenti
le voci dei mostri Olgaproduzioni
produzione Bàbu teatro danza, Associazione Sosta Palmizi, Associazione Cà Rossa
con il sostegno di Unicef Bologna e con il contributo del Comune di Bologna
durata 45 minuti

Nota degli autori

Troviamo estremamente attuale l’opera di Sendak, e in particolare Nel paese dei mostri selvaggi, perché abbraccia l’immaginario del bambino entrando nella complessità del suo inconscio, senza celarne la surrealtà, nè i legami tra personaggi onirici e persone della vita reale. Crediamo possa incontrare, con sfumature differenti, la fantasia dei bambini e quella degli adulti.

Max è un bambino come tanti, alto così, coi capelli così e gli occhi così. Indossa una coda e orecchie da lupo. Costruisce, smonta, crea, salta e gioca rumorosamente. La mamma lo richiama, ma lui continua con gran fracasso. Finchè la mamma , stufa di non essere ascoltata, sgrida Max e lo manda a letto senza cena.
Ora Max è solo, nella sua cameretta. Le ombre dei mobili sembrano strane creature sempre più reali e minacciose. Assomigliano ora ad animali ora ad alberi che crescono e crescono fino a trasformare la stanza in una foresta, poi in un mare affascinante ed insidioso. Dopo avere lungamente navigato, Max raggiunge un’isola abitata da strane creature selvagge. Max affronta quei “mostri” fissandoli dritto nei loro occhi gialli. Dopo avere giocato, danzato ed essere diventato re delle creature selvagge, Max sente una grande nostalgia di casa. Un buon profumino lo guida a ritroso fino alla sua stanzetta dove troverà ad attenderlo un buon piatto di minestra calda.

Lo spettacolo si ispira all’opera di Maurice Sendak e affronta temi riconducibili ai diritti dei bambini e dell’adolescente così come declinati nella Convenzione ONU sui diritti dell’Infanzia e dell’adolescenza.

Max è simile ai giovani spettatori seduti in platea: è un bambino del nord del mondo, ha cibo, istruzione, un tetto, cure quando è malato. Max, in questo spettacolo, farà un viaggio nel suo inconscio, alla scoperta della sua identità che si costruisce nello scoprire, desiderare, rivendicare, i suoi diritti.

Max ha bisogno di identificare se stesso e una coscienza del diritto all’integrità del suo corpo (a non subire violenza, a non essere maltrattato, a non essere usato per lavorare).
Max ha il diritto di giocare, danzare, sporcarsi, ha il diritto di crescere con la sua famiglia, ha il diritto ad un suo spazio di affetto e di memoria.
Una volta capito che Max è solo un bambino le creature gli proporranno una lista di “giochi” che potrebbero fare insieme: ad esempio potrebbero usarlo per sbrigare alcune faccende, oppure potrebbero mangiarlo tutto intero o magari un pezzettino per volta. Max, usando la dialettica del corpo e delle parole, riesce a convincere quelle creature a non mangiarlo, a non tagliarlo un pezzettino per volta e, una volta confermato il suo diritto ad esistere e alla sua integrità, riesce, fissandoli dritti nei loro occhi gialli, a farsi proclamare Re della Terra delle creature selvagge.

Tutti insieme si lanciano in un ballo collettivo in cui il trionfante Re Max declama il suo diritto a danzare, a giocare, a sporcarsi, a rotolare nei prati.

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spettacolo di teatro del movimento per bambini e bambine a partire dai 5 anni
liberamente ispirato all’opera di Maurice Sendak alla luce della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza

autori Elisabetta di Terlizzi, Francesco Manenti, Daina Pignatti e Laura Tondelli
interpreti Elisabetta di Terlizzi, Francesco Manenti, Daina Pignatti, Emanuel Rosenberg
costumi Laura Pennisi e Oro-Nero Creazioni Modena
oggetti di scena Francesco Manenti
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