Gennaro Lauro
To repel ghosts – Lettera al padre (2025) | work in progress
idea e creazione Gennaro Lauro
con Silvia Mai, Gennaro Lauro
sguardo esterno Elisabetta Lauro
coproduzione Associazione Sosta Palmizi, Compagnie Meta (Francia),
con il sostegno residenziale di Teatro delle Moire – Milano
sostenuto e accolto da D.ID – Dance Identity (Austria); Teatri di Vetro; HOME Centro Coreografico; Micadanses (Francia), BTT/Balletto Teatro di Torino (IT); IntercettAzioni/Teatro delle Moire, CND – Pantin (Francia); Le Volatil (Francia).
Questo lavoro è una ricerca sul maschile:
cos’è per me il maschile? come posso ‘liberare’ il maschile per non dovervi rinunciare? è possibile ritrovare un contatto intimo, proprio e non normativo con il maschile? la mia esperienza del maschile può davvero connettermi ad altri esseri umani? e può questo maschile diventare un ‘cortile’ o un campo di vita, fatto di esperienze varie e mutevoli, piuttosto che una categoria di appartenenza?
Questo lavoro nasce dal desiderio di scacciare certi fantasmi, disarmare la paura, allentare i confini, e non risolversi a vivere per mera opposizione né tantomeno per solo estraniamento. Fare della terra un cielo che, come il cielo, non confonda la geografia con la genealogia, l’altitudine con l’autorità.
Questo lavoro è anche il tentativo di scrivere una lettera al Padre, a quello che abbiamo conosciuto, anche quando ci è mancato, al Padre che abbiamo subìto, a quello che noi stessi abbiamo nutrito, noi come i nostri padri e i padri dei nostri padri.
Questo lavoro è un solo, benché siamo in due. È un solo con un intruso. Io sono l’intruso.
Questo lavoro è un esercizio di commiato e in questo senso prende inizio da una fine.
Questo lavoro è un lavorìo.
“Se io avessi mollato, se mi fossi lasciato andare, tu non ci saresti,
perché non ci sarebbe il sesso, non ci sarebbe la famiglia, non ci sarebbe il letto coniugale,
non ci sarebbe la maternità, non il latte caldo, non le carezze a bilanciare i miei pugni,
nessuno, nessuno si sarebbe occupato di te. Saresti un individuo gettato nel nulla.
Se io non porto il mondo, tu non hai forma. Se io lo lascio, tu non hai confini.
Non ci sarebbe né qui né lì, né destra né sinistra.
Io sono qui per dividere, per formare, per opporre,
io sono qui per fare la guerra,
perché dove c’è guerra c’è morte
e dove c’è morte c’è vita.
Io sono il Padre.”
Note di ricerca
Il lavoro si sviluppa poi su tre fronti:
– la ricerca coreografica con Silvia Mai;
– la scrittura di testi, di cui 12 racconti incentrati su figure – spesso femminili – che vivono ai margini del mondo patriarcale, e un monologo del Padre, una maniera di dargli la parola prima di dirgli addio;
– la ricerca sul campo attraverso il dialogo con associazioni che lavorano sull’esperienza del maschile o attraverso incontri destinati a individui che si riconoscono come maschi intorno alla propria esperienza intima.
idea e creazione Gennaro Lauro
con Silvia Mai, Gennaro Lauro
sguardo esterno Elisabetta Lauro
coproduzione Associazione Sosta Palmizi, Compagnie Meta (Francia),
con il sostegno residenziale di Teatro delle Moire – Milano
sostenuto e accolto da D.ID – Dance Identity (Austria); Teatri di Vetro; HOME Centro Coreografico; Micadanses (Francia), BTT/Balletto Teatro di Torino (IT); IntercettAzioni/Teatro delle Moire, CND – Pantin (Francia); Le Volatil (Francia).
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